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Giovedì 18 Aprile 2024

FANGOTERAPIA

La fangoterapia è una pratica terapeutica effettuata mediante l’applicazione di fanghi. Questi sono delle melme che scaturiscono da una commistione tra una parte solida, che è argillosa, ed una parte liquida, che è un’acqua termale, e vengono usati sotto forma di impacchi.

A seconda della qualità della parte solida o liquida e a seconda dell’azione terapeutica, i fanghi vengono suddivisi in vari tipi. Osserviamo così che, per quanto riguarda i fanghi che hanno una componente liquida, essi si dividono in: fanghi solforosi, clorurati, salso-iodici, arsenicati, ferruginosi. Nella maggior parte dei centri di cure termali sono usati quelli sulfurei e quelli clorurati.

In base, invece, alla loro azione terapeutica suddividiamo i fanghi in: stimolanti, sedativi, risolventi, ricostituenti.

Il fango, prima di essere impiegato per le applicazioni, è sottoposto a un processo di maturazione, per cui, il fango vergine, cioè quello proveniente dalla sorgente o dal giacimento, viene sottoposto a macerazione per un periodo di tempo abbastanza lungo nell’acqua minerale. In tal modo i granuli di argilla subiscono delle rilevanti trasformazioni, per cui, nel corso del processo di macerazione, essi si caricano delle proprietà chimiche e chimico-fisiche dell’acqua minerale in cui erano immersi.

Come avviene l’applicazione

Per quanto riguarda le applicazioni fangoterapiche esistono delle regole ben precise. La temperatura del fango deve essere di circa 50 °C, con una media di 47 °C. La durata dell’applicazione non dovrebbe mai oltrepassare i 15-20 minuti e si effettua una sola applicazione giornaliera. Dopo l’applicazione, rimosso il fango, si effettua un bagno in acqua normale o minerale di 37-38 °C. Ogni quattro giorni è essenziale un giorno di riposo e tutto il ciclo di cura non deve superare dodici o quindici applicazioni.

Effetto dei fanghi

La fangoterapia porta dei profondi e complicati mutamenti sull’organismo. Da una parte è l’azione fisica del calore del fango a determinare un’azione iperemizzante collegata all’effetto della vasodilatazione, che si manifesta con arrossamento della pelle, procurando così un beneficio sui componenti l’apparato locomotore. Inoltre si generano dei cambiamenti interni a livello cellulare, mutamenti della funzione escretoria della pelle, specie nei riguardi dell’acido urico, di cui viene aumentata l’eliminazione favorendo così un’azione disintossicante.

A volte, però, la soluzione della situazione clinica, specialmente della contrattura e delle deficienze funzionali, non è sempre immediata, in quanto può verificarsi la cosiddetta crisi termale. Si tratta di una riacutizzazione, stimolata dalle applicazioni fangoterapiche, della sintomatologia locale con aumento del dolore, delle insufficienze muscolari e della funzionalità.

A volte può manifestarsi anche uno stato di malessere generale con ipotensione, inappetenza, astenia, febbre. Sono, in ogni modo, delle manifestazioni di poca durata, che tendono a regredire spontaneamente e, comprensibilmente, suggeriscono la sospensione della terapia in corso. Può sopraggiungere, una volta ripreso il trattamento, una seconda crisi e questa eventualità sconsiglia la continuazione della terapia.

Effetti benefici

Le patologie che ravvisano benefici dall’uso della fangoterapia sono principalmente le malattie reumatiche, le affezioni dolorose a sfondo reumatico come la miosite cronica, le nevralgie, le neuriti, gli esiti di affezioni ginecologiche.

Per quanto riguarda le malattie reumatiche, come il reumatismo articolare acuto, bisogna considerare che la fangoterapia è sconsigliata nelle fasi acute della patologia. Essa diventa invece utile nel periodo di remissione della sintomatologia, quando, in ogni caso, siano passate quattro o cinque settimane senza alcuna manifestazione febbrile.

Particolarmente indicata è la fangoterapia nel prevenire ulteriori riaccensioni dell’infezione reumatica.

L’artrite reumatoide, e principalmente le forme a decorso lento con limitata tendenza a riacutizzazioni successive, trova giovamento nella fangoterapia. Un altro caso di applicazione è quello dell’artrosi, specialmente delle artrosi del rachide. In tutti questi casi la fangoterapia può risolvere piuttosto velocemente tale sintomatologia, permettendo anche molti mesi di benessere.

Controindicazioni

Sono principali controindicazioni l’età avanzata, l’arteriosclerosi, le malattie della pelle, le varici e le tromboflebiti, le manifestazioni emorragiche quali ulcera gastrica ed ulcera duodenale, le cardiopatie, l’epilessia, la gravidanza, le gravi nefropatie, la fase mestruale, le artropatie acute.